San Francesco e la Porziuncola

La porziuncola – La piccola Chiesa di S. Francesco intorno alla quale è sorta la Basilica di S. Maria degli Angeli, vicino ad Assisi.

“hic locus sanctus est”

La piccola chiesa della Porziuncola è stata il punto di riferimento di tutta la vita di Francesco e della sua fraternità. Quando il Santo giunse qui agli inizi del 1200, la chiesetta dedicata alla Vergine Assunta era circondata da una selva di querce e giaceva in uno stato di totale abbandono. Francesco la riparò con le sue mani. Fu proprio in questa cappella che scese nel suo cuore bruciante di ardore giovanile, ancora inquieto ed in ricerca, quella parola infuocata di Cristo che lo strappò definitivamente dal mondo e dalle cose di prima, sospingendolo coraggiosamente ed entusiasticamente per la strada del Vangelo. Era il 24 febbraio 1208, allorché a Francesco accadde quello che nel terzo secolo era già accaduto a sant’Antonio d’Egitto: udì durante una celebrazione liturgica il Vangelo della chiamata dei dodici da parte del Signore, che affidava loro il compito di annunciare il Regno di Dio e di mettersi in cammino a questo scopo, senza averi e senza sicurezze mondane (Matteo 10,5-15): “Andate…annunciate che il Regno dei cieli è vicino; non procuratevi né oro né argento né bisaccia; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Inizialmente Francesco non aveva compreso del tutto quel testo; se lo fece quindi spiegare dal sacerdote e a quel punto ebbe la rivelazione della sua futura missione e ne trasse la definitiva scelta di vita. Qui comprese chiaramente la sua vocazione e fondò l’Ordine dei Frati Minori (1209), “fissando qui la sua dimora – dice San Bonaventura nella “Legenda Major” – per la riverenza che aveva verso gli Angeli e per il grande amore alla Madre di Cristo” (Leg. Maj. III, 1), cui la chiesina era dedicata. Depose le sue calzature e le ricche vesti, indossò una ruvidissma tonaca a forma di croce, e si accinse ad annunciare ovunque il regno di Dio e la penitenza. A tutti cominciò a svelare con parole infuocate il tesoro prezioso che finalmente aveva scoperto e che gli stava colmando il cuore di una sconosciuta ed incontenibile gioia: Cristo Signore! Attorno a lui si raccolsero a poco a poco dei compagni che, come i Dodici, cominciarono a loro volta ad andare di luogo in luogo e ad annunciare il Vangelo che per loro, come per Francesco, significava gioia per quel nuovo inizio, gioia per il cambiamento che si era prodotto nelle loro vite, per il coraggio della penitenza.
Nel 1209 ottenne dai monaci dell’abbazia benedettina di San Benedetto al Subasio – proprietari di quel luogo – l’uso della zona circostante ancora incolta e boscosa, unitamente alla Cappella stessa. Il Santo si era infatti rivolto ai monaci del Subasio spinto dall’esigenza di trovare una piccola chiesa e una piccola e povera dimora per i suoi compagni il cui numero cresceva di giorno in giorno.
Fu ancora in questo santo luogo che nella notte della Domenica delle Palme tra il 27 e 28 Marzo 1211, la nobile donzella assisana Chiara di Favarone di Offreduccio, fuggita dalla casa paterna, vi ricevette dal Santo l’abito religioso, dando così inizio al ramo religioso femminile del suo Ordine (Ordine delle Clarisse), chiamato a dare un sostegno interore al compito evangelico mediante la preghiera.
Qui, in una notte di grazia e di luce del Luglio del 1216, in una visione, Francesco ottenne da Gesù stesso l’indulgenza del “Perdono d’Assisi”, che fu approvata dal Papa Onorio III ed è lucrabile dai fedeli quotidianamente per tutto l’anno.
Alla Porziuncola, Francesco adunava ogni anno i suoi frati nei Capitoli (adunanze generali), per discutere la Regola e perché si accendessero di nuovo fervore. E’ celebre il “Capitolo delle stuoie” al quale presero parte oltre cinquemila frati (1221), provenienti da ogni parte d’Europa. Fu da qui che sparse ovunque i suoi frati come missionari di pace agli uomini di tutta la terra, per la conquista spirituale del mondo; fu qui che volle essere riportato, quando si sentì prossimo alla morte, negli ultimi giorni di settembre del 1226, “affinché dove nel principio aveva ricevuto lo spirito della grazia, ivi pure avesse reso a Dio lo spirito della vita”. Sempre qui, infine, Francesco piamente spirò, steso sulla nuda terra, al tramonto del 3 Ottobre 1226, accogliendo la morte cantando.
Dopo la morte di Francesco, il valore spirituale della Porziuncola divenne ancora più intenso. Da lui stesso indicata come fonte primaria di ispirazione e modello per tutti i seguaci, la Porziuncola restò la più autentica testimonianza della vita e del messaggio di Francesco. La Porziuncola diventa così luogo privilegiato delle memorie francescane, poiché custodisce la vita e la storia del Santo di Assisi, rendendone vivo e attuale il messaggio di fede.

S.Damiano

Così come era in abbandono la Porziuncola, tale era lo stato della Chiesa di S.Damiano, quando il Poverello, all’inizio del suo ciclo di mutamento spirituale, vi entrò. Alla vista della Chiesa posta nel dolce declivio della collina assisana, volle entrarvi e pregare. Davanti al crocifisso inizia la sua preghiera verso il Signore. Dalla bocca del Cristo scaturiscono queste parole: “Francesco, và e ripara la mia casa che, come vedi, cade in rovina”. Egli obbedisce, pensando di restaurare quella chiesina fatiscente. Più tardi capirà che il Signore gli affidava un compito ben più elevato nei riguardi della Chiesa universale.

Il Roseto

In una Tavola situata sopra l’altare della Porziuncola è dipinto San Francesco genuflesso in mezzo ad un groviglio di spine.
Qui il Santo si rotolò per vincere il dubbio e la tentazione.
Secondo la tradizione, i rovi si cambiarono in rose senza spine dando origine alla “Rosa Canina Assisiensis”, che ancora oggi continua a fiorire alla Porziuncola ed è l’unico esemplare di rosa canina a non avere le spine.
Nei pressi della Chiesa della Basilica di S. Maria degli Angeli, infatti, c’è ancora il Roseto. Questa zona del Santuario è ciò che rimane dell’antica selva dove i frati dimorarono.

LEGGENDA PERUGINA, FF 1568

Mentre Francesco dimorava nel luogo della Porziuncola, fu assalito per il bene del suo spirito da una gravissima tentazione. Interiormente ed esteriormente ne era duramente turbato, tanto che alle volte sfuggiva dalla compagnia dei fratelli perché, sopraffatto da quella tortura, non riusciva a mostrarsi loro nella sua abituale serenità. Si mortificava, si asteneva dal cibo e dalla conversazione. Spesso si internava a pregare nella selva che si stendeva vicino alla chiesa, per dare liberamente sfogo all’angoscia e al pianto in presenza del Signore, affinché Dio, che può tutto, si degnasse d’inviargli dal cielo la sua medicina in quella così violenta tribolazione. E per oltre due anni fu tormentato giorno e notte dalla tentazione.

Accadde che un giorno, mentre stava pregando nella chiesa di Santa Maria, gli fu detta in spirito quella parola del Vangelo: “Se tu avessi una fede grande come un granello di senapa, e dicessi a quel monte di trasportarsi da quello a un altro posto, avverrebbe così”. Francesco domandò: “E quale è quel monte?”. Gli fu risposto: “Il monte è la tua tentazione”. Rispose Francesco: “Allora, Signore, sia fatto a me secondo quello che hai detto”. E all’istante fu liberato, così che gli parve di non avere mai sofferto quella tentazione.
IL PERDONO DI ASSISI

“haec est porta vitae aeternae”

Quello che ha reso nota in tutto il mondo la Porziuncola è soprattutto il singolarissimo privilegio dell’Indulgenza, che va sotto il nome di “Perdon d’Assisi”, e che da oltre sette secoli converge verso di essa orde di pellegrini. Milioni e milioni di anime hanno varcato questa “porta di vita eterna” e si sono prostrate qui per ritrovare la pace e il perdono nella grande Indulgenza della Porziuncola, la cui festa si celebra il 2 Agosto (“Festa del Perdono”).
L’aspetto religioso più importante del “Perdon d’Assisi” è la grande utilità spirituale per i fedeli, stimolati, per goderne i benefici, alla confessione e alla comunione eucaristica. Confessione, preceduta e accompagnata dalla contrizione per i peccati compiuti e dall’impegno a emendarsi dal proprio male per avvicinarsi sempre più allo stato di vita evangelica vissuta da Francesco e Chiara, stato di vita iniziato da entrambi alla Porziuncola. L’evento del Perdono della Porziuncola resta una manifestazione della misericordia infinita di Dio e un segno della passione apostolica di Francesco d’Assisi.

COME SAN FRANCESCO CHIESE ED OTTENNE L’INDULGENZA DEL PERDONO

Una notte dell’anno del Signore 1216, Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l’altare il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore!
Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: “Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”.
”Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande – gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”.
E Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visione avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: “Per quanti anni vuoi questa indulgenza?”. Francesco scattando rispose: “Padre Santo, non domando anni, ma anime”. E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo chiamò: “Come, non vuoi nessun documento?”. E Francesco: “Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l’opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni”. E qualche giorno più tardi insieme ai Vescovi dell’Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!”. (Da “Il Diploma di Teobaldo”, FF 3391-3397)

CONDIZIONI PER RICEVERE L’INDULGENZA PLENARIA DEL PERDONO DI ASSISI (per sè o per i defunti).

Tale indulgenza è lucrabile, per sè o per le anime del Purgatorio, da tutti i fedeli quotidianamente, per una sola volta al giorno, per tutto l’anno in quel santo luogo e, per una volta sola, da mezzogiorno del 1° Agosto alla mezzanotte del giorno seguente, oppure, con il consenso dell’Ordinario del luogo, nella domenica precedente o successiva (a decorrere dal mezzogiono del sabato sino alla mezzanotte della domenica), visitando una qualsiasi altra chiesa francescana o basilica minore o chiesa cattedrale o parrocchiale.
Le condizioni per acquistare il Perdono sono quelle prescritte per tutte le indulgenze plenarie e cioè:
– Confessione sacramentale per essere in grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti);
– Partecipazione alla Messa e Comunione Eucaristica;
– Visita alla chiesa della Porziuncola (o un’altra chiesa francescana o chiesa parrocchiale), per recitare alcune preghiere. In particolare:
– Il CREDO, per riaffermare la propria identità cristiana;
– Il PADRE NOSTRO, per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo;
– UNA PREGHIERA SECONDO LE INTENZIONI DEL PAPA (ad esempio Padre Nostro, Ave Maria, Gloria al Padre), per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice.
Dal Testamento di Francesco

[131] E chiunque osserverà queste cose, sia ricolmo in cielo della benedizione dell’altissimo Padre, e in terra sia ricolmo della benedizione del suo Figlio diletto col santissimo Spirito Paraclito e con tutte le potenze dei cieli e con tutti i santi. Ed io frate Francesco piccolino, vostro servo, per quel poco che io posso, confermo a voi dentro e fuori questa santissima benedizione.