Umbria Terra di Santi

San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, e San Benedetto da Norcia, Patrono d’Europa, due importantissimi santi, entrambi nati e vissuti in un piccolo lembo di terra umbra…che racchiude una grande storia di misticismo e una straordinaria varietà di paesaggi naturali su cui l’uomo ha lasciato l’impronta indelebile del suo operare.

S. Francesco d’Assisi (1182-1226)

Da una vita giovanile spensierata e mondana, si convertì ad una vita evangelica, per servire Gesù Cristo che aveva incontrato in particolare nei poveri e nei diseredati, facendosi egli stesso povero. Insieme ai primi fratelli che lo seguirono, attratti dalla forza del suo esempio, predicò per tutte le contrade l’amore del Signore, contribuendo al rinnovamento della Chiesa. Innamorato del Cristo portò nel suo corpo i segni della Passione. Il lui come nei più grandi mistici si reintegrò l’armonia con il cosmo. Fu ispiratore e padre delle famiglie religiose che da lui prendono il nome. Pio XII lo proclamò patrono d’Italia il 18 giugno 1939.

E’ considerato il più grande santo della fine del Medioevo. A lui toccò, in un modo provvidenziale, di dare la risposta agli interrogativi più profondi del suo tempo.
Avendo messo in chiara luce con la sua vita i principi universali del Vangelo, con una semplicità e amabilità stupefacenti, senza imporre mai nulla a nessuno, ebbe un influsso straordinario, che dura tuttora, non solo nel mondo cristiano ma anche al di fuori di esso.

Magione rientra a pieno titolo nella storia del Francescanesimo. Il nome primitivo del paese di Magione era Pian di Carpine. Questa è la patria del famoso frate Giovanni da Pian di Carpine, che molto prima di Marco Polo rivelò all’Europa i segreti dell’Oriente e, prima del “Milione”, scrisse la “Historia Mongalorum” (“Storia dei Mongoli”). Frate Giovanni fu ricevuto all’Ordine alla Porziuncola, da S. Francesco, intorno al 1215, forse dopo averlo incontrato in una sosta presso l'”hospitale” di Pian di Carpine. Nel 1221, fu inviato missionario in Germania; nel 1228 era Ministro provinciale a Colonia. Frate Giovanni diffonderà l’Ordine, oltre che in Germania, in Spagna, Polonia, Boemia. Nel 1245 fu inviato da papa Innocenzo IV presso il Gran Khan dei Tartari per tentare il dialogo con la popolazione mongola che aveva iniziato ad invadere l’Europa Orientale. Dopo un lunghissimo e penoso viaggio, da Lione a Karakorum, giunse all’Orda d’Oro, consegnò le lettere pontificie al Gran Khan Guyuk, successore di Gengis Khan, e nel 1247 tornò in patria. Morì vescovo di Antivari nel Montenegro nel 1252. Prima di morire, lasciò manoscritta la storia del suo viaggio, dei costumi dei Mongoli e Tartari e della sua ambasciata, nel libro “Storia dei Mongoli”.

San Benedetto da Norcia (480-546)

Fondatore del monachesimo occidentale, che si contrapponeva a quello orientale essenzialmente ascetico, istituì la Regola che diede inizio al monachesimo Cristiano-romano col suo motto Ora et labora. La Regola da lui dettata non rimarrà un fenomeno solo italiano, ma sarà esportata in tutta Europa. Sarà lo stesso Carlo Magno ad appoggiarla. Furono inoltre numerosissimi i nuovi Ordini religiosi, maschili e femminili, che sorsero in seguito e che si ispirarono alla Regola di San Benedetto. 
E così le intuizioni di Benedetto poterono plasmare migliaia di monaci in tutto il continente, il cui impatto sulle popolazioni e sul clero di allora e dei secoli successivi fu enorme. Per questo non ci si meraviglia che Paolo VI lo abbia proclamato Patrono d’Europa.
L’Umbria è una terra che ha sempre espresso una profonda spiritualità. Sono centinaia i santi venerati nei paesi e nelle città; e poi gli eremiti, una moltitudine di persone che hanno nutrito il loro spirito dell’armonia della natura e della forza evocativa di questi luoghi. Alcuni sono pressoché sconosciuti, il loro nome è legato unicamente a una chiesetta sperduta in mezzo alla campagna o a un santuario che pare quasi impossibile da raggiungere.

Come Santa Cecilia da Montelovesco (Gubbio) – dichiarata santa subito dopo la sua morte dalla popolazione rurale che ne aveva conosciuto le virtù mistiche e sperimentato le capacità terapeutiche – che visse nel XIII secolo tra Gubbio e Umbertide. Invocata per secoli per ottenere la fecondità delle donne e la salute dei nascituri fino a tutta l’infanzia. La chiesetta è sperduta in una gola in mezzo ai monti. Cecilia viveva in una grotta e l’acqua del torrente che scorre in quel luogo è ritenuta terapeutica. Per saperne di più…

Molti luoghi di culto sorgevano dove già esistevano un eremo, una cappella con le reliquie di un santo o un’edicola con l’immagine della Vergine che, in seguito a un fatto miracoloso, divenivano oggetto di particolare devozione popolare.

È quanto avvenuto per il Santuario di Maria Santissima dei Miracoli di Castel Rigone edificato nel XVI secolo nei pressi di un roveto che, estirpato per volere di una “bella signora” apparsa alla domestica del parroco nel 1490, mostrò un tratto di muro con la bella immagine della Vergine che allatta il Divin Figlio. Sul luogo del ritrovamento venne quindi costruito un Santuario e il dipinto fa parte del suo perimetro.